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IO E TE
Bertolucci ritorna alla regia con una storia di formazione

 io e te

GENERE: Drammatico
REGIA: Bernardo Bertolucci
SCENEGGIATURA: Bernardo Bertolucci, Niccolò Ammaniti, Umberto Contarello, Francesca Marciano
ATTORI:
Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono,Veronica Lazar, Tommaso Ragno

FOTOGRAFIA: Fabio Cianchetti
MONTAGGIO: Jacopo Quadri
MUSICHE: Franco Piersanti
PRODUZIONE: Fiction Cinematografica
DISTRIBUZIONE: Medusa Film
PAESE: Italia 2012
DURATA: 97 Min

 

Lorenzo,un adolescente introverso e solitario, si rinchiude in cantina pur di sfuggire alla settimana bianca organizzata dalla scuola. Decide di mentire alla madre per trascorrere una settimana lasciando tutto il mondo fuori dalla porta e portando con sé Coca-Cola e romanzi horror. Un formicaio acquistato per l’occasione diventerà oggetto della sua meticolosa osservazione . Sarà la sorellastra Olivia , venuta dalla Sicilia per riprendere i suoi oggetti in cantina, a sconvolgere i suoi piani, a costringerlo a confrontarsi con un passato familiare di cui era all’oscuro e con la dura realtà della tossicodipendenza.

Questa in breve la trama del film Io e Te, tratto dall’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti e trasposto sullo schermo in maniera fedele. Interpretato dal giovane Jacopo Olmo Antinori, dallo sguardo perennemente corrucciato che rende perfettamente l’interiorità tormentata del personaggio e dalla brava e carismatica Tea Falco, entrambi attori esordienti, il film ruota attorna a due vite, a due solitudini differenti eppure complementari. A due destini paralleli. Quello di un ragazzo che fatica a trovare il modo per affacciarsi alla vita, a gettare la maschera e che grazie all’incontro con Olivia crescerà in maniera violenta e improvvisa, senza più la possibilità di opporre resistenza. E quello di una giovane donna, dall’atteggiamento ruvido e dal passato complicato, che per amore tenta di riscattarsi ritrovando se stessa e abbandonando l’istinto autodistruttivo. Sarà un intenso abbraccio sulle note di “Ragazzo solo, ragazza sola” cantata da David Bowie, in un riadattamento scritto da Mogol, del brano “Space Oddity” che darà ad entrambi la possibilità di speranza nel cambiamento e che darà alla squallida cantina una funzione di contenitore e non più di cornice e specchio delle loro fragilità. Film commovente, attuale e pulsante di vita ci restituisce un Bertolucci intatto nella sua vena poetica. Tornato alla regia dopo Dreamers e dopo una malattia che l’ha costretto sulla sedia a rotelle, la sua cifra stilistica non ha perso energia. Tutti i temi a lui più cari ritornano qui con grande equilibrio. Il dato iconico esplode occupando in maniera prepotente la scena. Leggiamo il suo amore per gli ambienti chiusi e borghesi addirittura nei particolari di un luogo abbandonato, come negli oggetti appartenuti alla contessa o ai vestiti indossati da Olivia. Il riferimento alla fotografia in bianco e nero, la scelta accurata di una colonna sonora che riesce a dare voce ai silenzi di Lorenzo , ci confermano l’idea che Bertolucci ha sull’arte. Una concezione estetica totalizzante, in cui tutte le arti sono perfettamente intrecciate e funzionali l’una all’altra. Qualche forzatura a carattere psicoanalitico dal sapore vagamente ingenuo come nella scena del sogno ad occhi aperti di Lorenzo o nel discorso fatto al ristorante con la madre non tolgono spessore e profondità al film. Gliele perdoniamo perché le ultime immagini, seppure sospese, ci danno speranza nel cambiamento. L’uscita definitiva e simbolica dalla cantina, con la paura di Olivia di non essere abbastanza forte per non voltarsi indietro e il fermo immagine su un sorriso ritrovato di Lorenzo, ci ricordano come eravamo. E ci parlano del difficile intervallo tra l’ adolescenza e l’età adulta. Da non perdere, per chi ha voglia di ritrovare un po' se stesso.

Paola Setaro

 

 



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