Feb 10 2011
di Redazione
Nel 2010 Coop Estense ha donato alla Caritas Diocesana di Ferrara-Comacchio prodotti alimentari per un valore di mercato pari a circa 400.000 euro.
La donazione rientra nel progetto ‘Brutti ma buoni’ che Coop Estense promuove sin dal 1989 presso tutti i suoi punti vendita in Emilia Romagna, Puglia e Basilicata.
Il progetto prevede il recupero a fini solidaristici della merce rimossa dagli scaffali dei supermercati per difetti di confezionamento o prossimità alla data di scadenza, ma ancora pienamente idonea al consumo.
Destinatari del progetto sono le organizzazioni no profit che operano a livello locale in favore delle persone indigenti e socialmente più fragili.
Attraverso queste realtà tonnellate di prodotti ‘brutti ma buoni’ altrimenti destinati alla discarica vengono quotidianamente distribuiti alle comunità di accoglienza, alle mense per i poveri, alle parrocchie, alle scuole e ai servizi di assistenza del territorio.
In provincia di Ferrara il progetto coinvolge 73 associazioni per un numero complessivo di 5851 persone assistite.
Il Centro di prima accoglienza della Caritas di Ferrara rappresenta uno dei nodi più rilevanti di questa rete.
Per il direttore Paolo Falaguasta i numeri sono eloquenti: “La nostra mensa eroga 250 pasti al giorno; ogni giorno distribuiamo 50 pacchi veri, gratuitamente. Senza il contributo della Coop che ci dona gli alimenti invenduti dell’Ipermercato il Castello e della Smk di Comacchio, senza il sostegno del Banco Alimentare e di tanti piccoli esercizi commerciali che pure ci donano gli alimenti, i costi per noi sarebbero insostenibili. Ma non è solo una questione di soldi. C’è un’idea e un valore di fondo: riduciamo gli sprechi e creiamo relazioni di comunità. Il valore di un’iniziativa come quella promossa da Coop Estense coi ‘Brutti ma buoni’ sta certamente nel povero che riceve un pasto caldo ogni giorno, ma altrettanto importante è il volontario che dedica il suo tempo libero al servizio di cucina, e forse ancora più importante è il commesso del centro commerciale che durante il suo turno di lavoro separa la merce recuperabile, seguendo una procedura aziendale. Lui è il segno più evidente che anche in quei settori della nostra società più direttamente soggetti alle logiche di mercato è possibile creare un’economia del bene comune.”
Scritto da: Redazione
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