Apr 12 2012
Lo spettacolo con l'attore Giorgio Colangeli alla sala Estense
Lo spettacolo teatrale "I Musi Neri" andato in scena la sera di martedì 10 aprile alla sala Estense e la mattina seguente per gli studenti ha consentito di rievocare, attraverso racconti di fantasia, alcuni fatti storici avvenuti sul palcoscenico del mondo ferroviario.
Storie con le quali, grazie alla forza emotiva espressa con il suo monologo da Giorgio Colangeli e dai testi del ferroviere (come Fabrizio Di Marco, autore delle musiche) Marco Moriconi, riemergono ferite ancora aperte della storia italiana.
Dalla strage alla stazione di Bologna al Rapido 904 passando per l’anarchico Pinelli.
Lo spettacolo ruota attorno al viaggio di ritorno, al termine di un provino, di un attore che nel suo vagone scorge alcuni fogli e indumenti (una giacca e un berretto da ferroviere).
Per ingannare il tempo l’attore sbircia il contenuto dei fogli e leggendo ad alta voce descrive cinque storie. Nel frattempo, alle sue spalle, scorrono su un finestrino virtuale paesaggi e filmati d’epoca, un viaggio dunque che riapre uno sguardo sul passato, sui luoghi e le persone che sono diventati inconsapevolmente parte di eventi storici.
La prima storia è il ricordo di uno studente romano che, ormai adulto, rivedendo in un barbone al parco un suo amico, ripercorre la giornata del 2 agosto 1980, quando, giunto alla stazione di Bologna con una comitiva di amici per andare in vacanza diventa testimone della strage.
Salto temporale all’indietro, maggio del 1944, con il racconto successivo, che vede come protagonisti "I Musi Neri" in gergo la coppia macchinista-fuochista che manda avanti una locomotiva. I due musi neri vendicano la morte di un collega, eliminandone l’omicida, un fascista, e il suo camerata, che continuavano a tiranneggiare il prossimo non paghi delle sofferenze arrecate in passato.
Si viaggia in treno e nel tempo per la terza storia raccontata da un capotreno che il 23 dicembre 1984 è in servizio sul Rapido 904. Quando una bomba devasta il convoglio all’interno di una galleria davanti agli occhi del ferroviere si apre uno scenario infernale.
E’ un amico a ripercorrere con i suoi ricordi la storia dell’anarchico e ferroviere Giuseppe Pinelli volato giù dal quarto piano della questura di Milano il 15 dicembre del ‘69.
L’ultima storia è quella di un macchinista, il cui animo non trova la pace per aver ucciso nel corso della Seconda Guerra Mondiale un nazista.
Spettacolo artigianale sia per gli allestimenti che per alcune soluzioni sceniche con il regista Aureliano Amadei a dirigere letture e filmati d’epoca e risolvere qualche inconveniente tecnico. Tuttavia, performance efficace nel riuscire a catturare gli spettatori che diventano compagni di viaggio di Colangeli, con il suono delle rotaie a fare da sottofondo alla richiesta di giustizia e lo sbigottimento emersi delle storie narrate.
Scritto da: Pasquale Matarazzo
Data: 12-04-2012
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