Oct 18 2012
Si può scrivere di teatro? Folle chi ci prova, non vorrei mai essere nei suoi panni! E invece…
Visto che ci siamo mi faccio una domanda e mi do una risposta: che cos’è per me il teatro?
Uno spazio traboccante di energia, pulita e rinnovabile, dove succedono un sacco di cose perché noi le facciamo succedere. È un posto dove l’appetito vien andando. È una piazza che ti spiazza, è risata contagiosa, lacrima che se ne frega, specchio riflesso, vecchio ma nuovo, brutto ma buono, bellezza che ti apre la testa a metà, è entrare con le proprie certezze - venirne derubati - ed essere contenti, è verità che si finge bugia, verità che diventa malattia, parole che volano fuori dal finestrino, silenzi che rimangono intrappolati nella testa, un posto dove non vorrei mai tornassero le mezze stagioni, risposte senza domanda, domande senza risposta, gradinate scomode che è meglio se ci metti un cuscino ma tanto te lo dimentichi sempre, pioggia - vento - sole - stelle (nei teatri all’aperto), stucchi - velluto - profumi - cofane di anziane signore che impallano la scena (nei teatri al chiuso), sedie - prati - strade - case (nei teatri quotidiani), terra che manca sotto i piedi, realtà fuor di metafora, colori che stridono, ‘dove ho messo il biglietto?’, emozione artigianale, è inseguire un senso e rassegnarsi, un open space senza telefoni, applausi di gente intorno a noi, un altrove casalingo, è il gioco del fai e disfa, delle repliche inedite, dei biiiis, full, Scala, colore…tutto il resto è silenzio.
e aggiungerei - meno male, perché ne ho già sparate troppe! Ma come dice una canzone: ‘L’importante è esagerare!’
Scritto da: Giulia Ungarelli
Data: 18-10-2012
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Michelangelo AntonioniMi sono fatto da solo. Credo di aver avuto per maestri i miei occhi.
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