Mar 17 2008
L’ex carcere giudiziario di via Piangipane a Ferrara diventerà Museo Nazionale dell’Ebraismo e della Shoah.
Fu nel 1912, in soli quattro anni, che il carcere fu costruito. Seicentotrentamila lire, questa l’ingente cifra investita sul progetto redatto dagli ingegneri Bertotti e Facchini dell’Ufficio Genio Civile, in base alle indicazioni del Ministero dell’Interno.
Dismesso il 9 marzo 1992, era divenuto un rifugio pericolante per senzatetto e animali. Pochi giorni fa è stato riaperto – dopo un complesso intervento di bonifica ambientale e messa in sicurezza - per una visita dei rappresentanti politici – tra cui il sindaco della città Gaetano Sateriale e il presidente della Provincia Pier Giorgio Dall’Acqua -, dei membri del Cda della Fondazione Museo dell’Ebraismo e della Shoah - presieduta da Riccardo Calimani, e di cui fanno parte Cesare De Seta, Bruno De Santis, Renzo Gattegna, Gad Lerner, Saul Meghnagi, Antonio Paolucci, Paolo Ravenna, Michele Sacerdoti - e dei giornalisti.
“Immaginiamo che l’ingresso – ha spiegato il Sindaco – si affaccerà sulle mura di Rampari di San Paolo, per agevolare l’accesso dei visitatori. Con la Sovrintendenza regionale stiamo definendo il regime vincolistico”, che certamente riguarderà la facciata storica su via Piangipane e una parte del nucleo centrale della casa circondariale.
L’ex carcere è drammaticamente legato alle vicende che videro Ferrara segnata dalla violenza fascista. Testimoni confermano l’incarcerazione di antifascisti ed ebrei, alcuni dei quali furono barbaramente trucidati dai repubblichini o deportati nei lager nazisti. Tra gli ebrei reclusi nel carcere a causa della militanza antifascista, tra il maggio e il luglio del 1943 cu fu anche un detenuto illustre, il grande scrittore Giorgio Bassani.
Il Museo diverrà allora luogo privilegiato in cui conoscere la storia, il pensiero e la cultura dell’ebraismo italiano e una sua sezione sarà dedicata alle testimonianze delle persecuzioni razziali e della Shoah in Italia. Saranno organizzate attività didattiche, manifestazioni, incontri nazionali e internazionali, convegni e mostre.
Tuttora l'edificio mantiene in gran parte l’assetto originario, con una serie di spazi suggestivi e alcune architetture di pregio. Si tratta di un’area rettangolare di centoventi metri, largo cinquanta metri, con un doppio muro di cinta con cammino di ronda militare e garitte per le sentinelle in cemento armato oltre a una strada di ronda esterna su una zona di terreno con siepe metallica. Ha un’estensione complessiva di quasi tredicimila metri quadri coperti, in cui avevano sede vari uffici, una cappella, le sezioni di reclusione maschili, femminili e minorili - per custodire un totale di centocinquanta carcerati - oltre a celle di rigore e relative aree cortilive , distinte per l’ora d’aria in comune o in isolamento.
Le risorse finanziarie a disposizione della Fondazione ammontano a quindici milioni di euro per la realizzazione del museo e un milione annuo per le spese di funzionamento.
La gestione sarà affidata alla Fondazione costituita tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Comune di Ferrara, il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L’apertura è prevista nel 2011, in concomitanza con i festeggiamenti per i centocinquanta anni dell’unificazione d’Italia.
Scritto da: Lisa Viola Rossi
Data: 17-03-2008
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