Mar 11 2011
di Luca Testoni
Alcuni anni fa, durante un momento di svago (leggasi aperitivo), un amico mi disse di non poter bere una birra perché sotto cura di antibiotici e mi chiese la reale valenza medica di questa credenza. La prima risposta che, istintivamente, mi venne in mente fu: "basta che non esageri!".
In seguito ho riflettuto molto su quella frase; così semplice ad una prima e superficiale analisi, ma allo stesso tempo tanto fertile da offrire molteplici spunti di discussione. Basti pensare alla definizione del termine: "Esagerare", ovvero "uscire dai limiti della giusta misura". Il vocabolario della lingua italiana ci suggerisce l'esistenza di un confine tra ciò che è consentito e ciò che viene considerato come un eccesso. Pare pleonastico, pertanto, consigliare ad una persona di non esagerare in quanto, proprio per definizione, ciò va a costituire un abuso, un'esasperazione, un'esuberanza.
Il problema, però, è che in molti casi il limite è soggettivo ed è quindi difficile stabilire quando venga o meno oltrepassato. Spesso ci si affida al buonsenso e, laddove questo non arriva, alle opinioni di amici o conoscenti. Se l’amico a cui si chiede consiglio è poi un medico ecco che in alcuni casi il limite soggettivo diviene più facilmente individuabile, obiettivabile, perché fissato da un professionista in base alla sua esperienza e, quasi sempre, ai dati della letteratura scientifica. Il consiglio di non esagerare è quindi sempre valido, in qualunque caso e in qualunque campo, ma quando si tratta di salute occorre essere molto scrupolosi e ogni valutazione deve essere effettuata su base individuale.
Ad esempio, immaginiamo che questo mio amico, dopo aver parlato con me, abbia avuto una conversazione con un altro interlocutore: "ehi, ma lo sai che un mio amico medico mi ha detto che posso bere una birra anche se sto prendendo un antibiotico?", "benissimo -potrebbe rispondere l'altro- anche io sto prendendo un antibiotico, una birra media quindi non farà male nemmeno a me".
Ecco, questo non è detto perché dipende dalla tipologia di antibiotico. Premesso che l’assunzione di alcolici non è mai caldamente consigliata durante una terapia antibiotica, una birra bevuta in una singola occasione non provoca grossi danni, sempre che l’individuo sia peraltro sano. Occorre però specificare a questo punto che esistono alcuni antibiotici che con gli alcolici non vanno proprio d'accordo e in questo caso anche una semplice birra media può provocare una preoccupante sintomatologia. Ad esempio, se viene assunta anche una minima quantità di alcol durante il periodo di trattamento con preparati a base di Cotrimossazolo o di Metronidazolo si può manifestare la cosiddetta disulfiram-like reaction (arrossamento del viso, sudorazione profusa, vertigini, cefalea, nausea, vomito, stanchezza, agitazione, tachicardia, abbassamento della pressione arteriosa).
Come ben sanno i miei amici ho fatto del "basta che non esageri" il mio paradigma e sarei compiaciuto se venisse applicato su grande scala, ma per il momento mi accontento di sapere che qualcuno di voi, quando in futuro assumerà antibiotici, si ricorderà di quello che ho scritto in queste righe e riserverà una certa cautela nel bere gli alcolici.
Scritto da: Luca Testoni
Data: 11-03-2011
di , 02-04-2014
di redazione, 14-02-2014
di , 18-12-2013
di Newsletter, 29-11-2013
sala del Consiglio comunale a cura dei costituzionalisti Veronesi e Bergonzini
di Comunicato Stampa, 23-10-2013
tra giornalismo e narrativa
di Comunicato Stampa, 21-10-2013
Visite: 374616 - crediti - redattori
Comune di Ferrara
Assessorato alle Politiche per i Giovani
Reg. n. 05/2004 Tribunale di Ferrara
Michelangelo AntonioniMi sono fatto da solo. Credo di aver avuto per maestri i miei occhi.
Powered with CMS Priscilla by ^____^ - XHTML/CSS Design by petraplatz
Condividi questa pagina: