Jun 24 2011
L'iniziativa letteraria a cura di ArciLesbica e MelBooks
"Un esordio italiano di insolita felicitá... divertente e commovente come una di quelle commedie americane in cui ci rifugiamo quando la vita ci sembra troppo spaventosa". Elena Stancanelli, La Repubblica
Mercoledì 15 giugno, presso Melbookstore, la Film-maker, sceneggiatrice e scultrice Federica Tuzi ha presentato - partecipando a una interessante e divertente intervista - "Non ci lasceremo mai", il suo primo romanzo. Il libro, che prende spunto dal racconto di una vita insolita, parla di Alessandra, brava a scuola ma adolescente in guerra con la famiglia, la societá e il proprio corpo. La ragazza prende la decisione di cambiare sesso e parte per un lungo viaggio negli Stati Uniti, dove si avventura nel mondo dei trans, degli ormoni e delle falloplastiche per vivere esperienze alternative e poter scegliere consapevolmente la propria strada.
Il tema del viaggio è dunque centrale nel libro di Federica. Quando si parte si ha la sensazione di abbandonare sia le persone che la parte di sé con le quali fino a quel momento si era vissuto. Ma invece di abbandonarli, viaggiando li si ritrova, non li si abbandona mai, non li si "lascia" mai, appunto il titolo del libro. "Il viaggio è anche una dimensione interiore" rivela la scrittrice "ti spinge ad acconsentire che il mondo ti racconti delle storie. Quando viaggi, hai voglia di conoscere e parlare con chiunque, ad esempio chiedere ad un artigiano, incontrato occasionalmente, della sua vita, della sua famiglia o del suo lavoro... Cosa che non siamo abituati a fare con l'artigiano sotto casa". Quindi il viaggio sicuramente è una spinta positiva a tirare fuori qualcosa di noi che non abbiamo mai fronteggiato e a liberare la nostra mente. Confessa la scrittrice "la sensazione di chiudere lo zaino è la più spaventosa ed al tempo stesso la più bella che abbia mai vissuto". Un’esperienza catartica.
Con la sua voce limpida Federica ha letto, ad attenti ascoltatori ed increduli passanti, alcuni stralci del suo libro kerouachiano come quello sull'insolito sexy shop e il metaviaggio new age con il peyote. L'intervista si trasforma in un'affascinante conversazione sul conoscere se stessi e sul ritrovarsi. "Il mondo funziona molto per raggruppamenti tribali" dice "a volte ci sembra di conoscere qualcuno da sempre, a volte lanci dei segnali di fumo e chi li riconosce, si ferma, a volte sei tu a cercare un segno". Quando le viene chiesto quale giudizio tema di più, la scrittrice risponde che è il suo stesso giudizio a farle paura. "Bisogna sparare alla parte di te che giudica, perché un colore ha mille sfumature e non è suscettibile di definizioni statiche anche se, dare un nome alle cose è l'unico modo per conoscerle". Non potendo cambiare il giudizio altrui, l'unica cosa che si può fare è cambiare il proprio. Lo scopo di ognuno dovrebbe quindi essere cercare di diventare un essere umano, "quando qualcuno capirà cosa voglia dire". Interessanti spunti di riflessione.
Il libro è nato per la voglia di ringraziare tutti coloro che la scrittrice ha incontrato durante i suoi viaggi, necessità nata prima della voglia di raccontare al mondo l'esperienza lesbica. Ringraziare è un gesto sottovalutato, spesso si pensa che ciò che ci dona il mondo ci sia dovuto. E noi ci chiediamo: non dovremmo esser noi, forse, a ringraziare lei di aver condiviso le sue esperienze in queste divertenti e commoventi pagine? Vi lascio con il sapore delle parole del romantico Novalis, lette dalla scrittrice a conclusione dell'incontro: "Dove stiamo dunque andando?" - "Sempre verso casa". La presentazione del libro si inserisce in DRINKABOOK 2011, una rassegna di autori e libri a tematica gay, lesbica e trans, con il patrocinio del Comune di Ferrara e la collaborazione di Chocolat, il tutto organizzato da ArciLesbica Ferrara. Per non perdere i prossimi incontri qui il link con i prossimi appuntamenti.
Scritto da: Giulia Cabianca
Data: 24-06-2011
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